Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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LEGGENDE NAPOLETANE

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Serao, Matilde 15 occorrenze

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scarponi di cuoio grosso e le calze bucate; aveva un lungo soprabito, le cui falde svolazzavano, che gli si adattava male alla vita, alle spalle, al

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Tu, buona e baldanzosa fanciulla, giunta al termine delle mie fantastiche storie, sorridi. Ed io, poveretto autore, condannato a leggere nel volto

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walkirie innamorate degli uomini; non compaiono al limitare dei boschi le roussalke bellissime; qui non battono i panni umidi le maledette lavandaie

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, apparteneva al seggio di Portanova, v'era una casuccia magra ed alta, dalle piccole finestre, aventi i vetri sporchi ed impiombati. La porta

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seggiolone quasi un trono; poteva levare la testa al caldo alito dell'ambizione appagata che le soffiava in volto. Le dame sedevano intorno a lei, facendole

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della finestra socchiusa. Noi siamo tristi, ed il sangue che monta al capo, ci dà la vertigine: noi abbiamo l'anima di piombo e la bocca amara; noi

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l'anemone, e sfoglia al suolo i suoi petali la rosa selvaggia. Schizzano, sfilano le lucertoline grigio-verde, dalla testolina mobile ed intelligente, dalla

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all'isola, per le onde del mare, come la bella stagione coronava di rose e di fiori d'arancio il colle, così l'isola fioriva tutta in mezzo al mare come un

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ordini a finestruole che lo fanno rassomigliare stranamente al giocattolo grazioso di un bimbo gigante; le casupole attorno sono basse, meschine, dalle

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quella pacifica parte di Napoli vecchia che costeggia la Sapienza. Corre la leggenda per quelle vie, cade nel rigagnolo, si rialza, si eleva sino al cielo

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quelle donne lo saranno. Eppure fu un giorno in cui Diomede Carafa credette di arrivare al culmine inaccessibile della sua vita, al momento fatale in

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di votarsi alla Madonna perché desse una fiorente salute al bambino; ed ella votossi e fece indossare al bimbo un abito nero e bianco da piccolo

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soffri, tu tremi, tu vacilli ... - Muoio ... Ma in una notte cupa e profonda, dopo venti notti che l'insonnia tormentosa si assideva al suo capezzale

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, di tutti gli amori. Il Disinganno - e più altro. - Perché questa tomba non ha medaglione? - domando al custode. Egli non m' ha udita, perché

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. Così, giovandosi del suo potere che era infinito, un giorno egli salì sopra una collina e chiamò alla sua obbedienza i venti ed ordinò al Favonio che

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